
L'8 maggio 2025 il presidente Mattarella convoca il Consiglio supremo di Difesa per discutere la partecipazione dell'Italia alla difesa europea, il contratto con Starlink e il riarmo, in un contesto di tensioni interne e sfide internazionali. - Immaginario.tv
L’8 maggio 2025 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fissato una convocazione del Consiglio supremo di Difesa, appuntamento atteso per discutere questioni fondamentali legate alla politica militare italiana. Al centro dell’attenzione ci sono temi che riguardano la partecipazione dell’Italia al progetto di difesa europea, i rapporti contrattuali con Starlink e il futuro del piano di riarmo europeo, con un occhio particolare alle imprese nazionali coinvolte. L’incontro assume rilievo in un momento delicato, con segnali contrastanti provenienti dal governo e una Europa che sta rispondendo alla crescente instabilità globale.
Il contenuto e il ruolo del consiglio supremo di difesa
Il Consiglio supremo di Difesa è l’organismo principale dove si confrontano il governo, il presidente della Repubblica – in qualità di capo delle Forze armate – e i vertici della Difesa nazionale. La convocazione dell’8 maggio avviene nel rispetto della cadenza semestrale prevista per questo organo, che ha raccolto in agenda temi di grande peso. Il comunicato del Quirinale indica chiaramente che si discuterà del Libro bianco sulla difesa europea, delle infrastrutture strategiche nazionali, dell’adeguamento dello strumento militare italiano, e delle prospettive industriali nel settore della difesa.
Per comprendere l’importanza di questa riunione, va considerato che le sue decisioni possono influire sui pochi mesi che mancano all’evento Nato a giugno, oltre che sul posizionamento dell’Italia all’interno del progetto di Readiness 2030, un programma comunitario per il rafforzamento militare europeo. La funzione del Consiglio supremo non è solo consultiva ma, di fatto, esercita un ruolo di indirizzo per la politica di difesa e di sicurezza del paese, intrecciandosi spesso con scelte di politica internazionale e rapporti con alleati strategici.
Tensioni interne e posizioni divergenti nel governo sulla difesa comune europea
Negli ultimi mesi, le dichiarazioni dei membri dell’esecutivo si sono intrecciate in modo poco lineare, mettendo in evidenza tensioni notevoli nel governo guidato da Giorgia Meloni. Antonio Tajani e Guido Crosetto hanno manifestato aperture verso Readiness 2030, segnalando l’intenzione dell’Italia di aderire al progetto europeo di rafforzamento militare. Al contrario, Matteo Salvini si è espresso negativamente, opponendosi fin dall’inizio all’ingresso dell’Italia nel programma. Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, ha espresso dubbi sulla sostenibilità finanziaria di un piano che richiede ingenti investimenti.
Parallelamente, molti paesi europei stanno già facendo richiesta per deroghe al Patto di stabilità, con l’obiettivo di aumentare la spesa militare senza limiti contabili rigidi. La Germania guida questo gruppo che intende procedere con o senza consenso unanime. L’Italia potrebbe essere tra i protagonisti o rischiare di restare relegata in secondo piano. A questo punto si attendono risposte precise dal governo, alla presenza del presidente Mattarella, che intende capire l’effettivo orientamento della maggioranza sulla difesa comune.
Le posizioni storiche di mattarella sulla difesa europea e il contesto internazionale attuale
Mattarella ha espresso da tempo le sue opinioni su una politica militare condivisa a livello europeo. Il presidente ha sempre sostenuto l’importanza di costruire una difesa comune che si affianchi ad una politica estera unificata, puntando su anni di lavori e negoziazioni presso le istituzioni comunitarie. Lo schema di cooperazione è ispirato a esperienze come quella della Nato, dove è possibile trovare mediazioni tra Stati con posizioni differenti.
Il contesto globale, come descritto dal pontefice quale una terza guerra mondiale a pezzi, rende urgente e stringente una scelta sul futuro militare continentale. Mattarella ha quindi ribadito che l’Italia deve decidere se cogliere o meno questa opportunità. Allo stesso tempo ha richiamato l’attenzione sul fatto che il riarmo non deve essere un fine a se stesso, evitando che le risorse vengano sottratte a investimenti per lo sviluppo economico. L’Esercito italiano, ha ricordato, agisce per promuovere i valori di pace considerati fondamentali nella Costituzione, pur consapevole di un contesto carico di minacce e instabilità.
Il ruolo di starlink e le indecisioni sul sistema di comunicazioni satellitari
Tra i punti all’ordine del giorno del consiglio ci sarà anche la questione del contratto con Starlink, la rete di comunicazioni satellitari finita sotto i riflettori nelle scorse settimane. L’ipotesi di affidare a Starlink le comunicazioni strategiche era emersa in modo confuso, con smentite da palazzo Chigi e visioni diverse all’interno del governo. Giorgia Meloni aveva evitato una posizione netta, mentre alcuni ministri hanno manifestato opinioni contrastanti.
Il nodo riguarda tanto la sicurezza quanto la sovranità delle comunicazioni militari e civili. Starlink si propone come sistema innovativo per garantire coperture affidabili, ma nella partita sono coinvolte questioni di natura tecnica e politica che richiedono una decisione chiara e condivisa. Il fatto che la questione resti in sospeso da mesi testimonia la complessità del tema e la sua rilevanza strategica nel quadro di difesa nazionale.
Nuovi scenari internazionali e le sfide per l’Italia nella politica militare
Da ottobre 2024, ultima seduta del Consiglio supremo di Difesa, sono cambiati alcuni elementi decisivi che influiscono sulla posizione italiana. Alla Casa Bianca è arrivato un nuovo presidente, la Commissione europea si è rinnovata, così come la segreteria della Nato. La guerra in Ucraina e le crisi mediorientali rendono il panorama internazionale pesante, ma l’Italia resta marginale nei negoziati principali.
Quanto all’impegno militare, la promessa di Giorgia Meloni fatta a Donald Trump sull’aumento della spesa militare italiana pesa sulle scelte in corso. Il ministro Giorgetti ha messo in evidenza i limiti delle risorse economiche disponibili nel bilancio nazionale. Intanto, il vertice Nato previsto tra giugno ospiterà discussioni fondamentali sui futuri orientamenti delle alleanze e sugli investimenti di difesa. La riunione dell’8 maggio sarà un momento cruciale per sciogliere i nodi e delineare con chiarezza il percorso di Roma dentro questa partita europea e globale.