
A Firenze si accende la polemica sui finanziamenti alla campagna elettorale della sindaca Funaro, con accuse incrociate tra centrodestra e centrosinistra riguardo trasparenza, partecipate comunali e nomine negli enti locali. - Immaginario.tv
L’attenzione politica a Firenze si concentra sui contributi raccolti durante la campagna elettorale 2024 della sindaca Funaro, oggetto di una dura polemica tra centrodestra e maggioranza in consiglio comunale. Da un lato, il centrodestra contesta presunti legami tra finanziatori delle partecipate comunali e il sostegno alla campagna elettorale; dall’altro, il Pd e alleati difendono la trasparenza e replicano con accuse analoghe al centrodestra. L’intera vicenda, che ha visto anche l’annuncio di un esposto in procura, ruota attorno alla gestione dei fondi, alle partecipate pubbliche e alle nomine negli enti locali.
Le accuse del centrodestra: finanzieri e partecipate sotto sospetto
La questione dei finanziamenti parte dall’allegato dossier di Alessandro Draghi, esponente di Fratelli d’Italia in consiglio comunale. Draghi ha richiamato l’attenzione su alcune partecipate del comune di Firenze, in particolare Aboca, che detiene quote importanti nelle farmacie pubbliche. Secondo la sua ricostruzione, alcune associazioni e aziende vicine al centrosinistra avrebbero poi girato fondi in forma transitiva alla campagna elettorale della sindaca, sfiorando cifre significative.
Tra queste c’è Firenze, un gruppo guidato da Maurizio Frittelli, presidente di Montedomini, che avrebbe raccolto 87.400 euro nel 2024, redistribuendo parte, circa 10.000 a Firenze Futura, movimento che avrebbe infine versato 15.000 per la lista della sindaca. Il centrodestra ha puntato anche il dito contro Ridemovi, società che opera il bike sharing in città, ricordando un versamento di 2.000 euro per la campagna elettorale, e contro altre aziende come Architecna Engineering, già incaricata di uno studio pubblico, segnalando un possibile conflitto d’interessi dato il sostegno politico.
Draghi ha definito la situazione come un sistema di “Funaropoli”, intendendo un intreccio poco chiaro di finanziamenti e poteri che lede la trasparenza politica. Il centrodestra ha delegato la commissione Controllo, guidata da Bambagioni, a preparare un esposto in procura per approfondire la vicenda, cosa annunciata ma non ancora formalizzata. Bambagioni ha inserito nell’elenco di persone e gruppi coinvolti alcune figure legate a imprese e enti controllati dal comune di Firenze, mandando segnali precisi sul legame tra politica e gestione degli appalti pubblici.
La difesa del centrosinistra: replica e respingimento delle accuse
Dall’altro lato, la sindaca Funaro, attraverso i suoi legali, ha annunciato una verifica per tutelare la propria immagine contro quelle che definisce “affermazioni gravi”. Il Pd ha risposto unito e compatto, sostenendo che la campagna elettorale è stata gestita con trasparenza e senza irregolarità, scaricando ogni responsabilità su un attacco politico orchestrato dal centrodestra.
Emiliano Fossi, consigliere e referente di area, ha definito le accuse come un tentativo di infangare il centrosinistra. Ha inoltre precisato che certe contestazioni, come quelle su Monica Marini, capo di gabinetto della sindaca, sono infondate e basate su interpretazioni distorte della legge Severino. Il Pd ha sottolineato anche che nei ruoli chiave si assumono spesso persone di fiducia politica, con esperienza, e ha ricordato che recentemente Fratelli d’Italia ha promosso modifiche alla legge anticorruzione proprio per permettere maggiore libertà nelle nomine.
Il gruppo consiliare democratico ha chiesto a sua volta chiarezza sulle fonti di finanziamento della campagna elettorale del centrodestra, ricordando che alcune imprese con appalti pubblici hanno sostenuto i candidati di destra. La replica ha infine sottolineato come gli attacchi danneggino la dignità di chi amministra la città.
I contorni della vicenda: microfinanziamenti e nomine tra politica e affari pubblici
Marco Semplici della lista Funaro ha cercato di spiegare la natura dei finanziamenti ricevuti: si tratterebbe di donazioni minori e provenienti da cittadini reali più che di grandi capitali provenienti da soggetti interessati. Ha inoltre ricordato come alcuni finanziatori del centrosinistra abbiano in passato sostenuto gruppi riconducibili a Fratelli d’Italia, facendo riferimento a nomi noti nella città come Gennaro Galdo, vicepresidente della Fondazione del Maggio, o Francesco Macrì, presidente esecutivo di Estra Spa.
La polemica evidenzia comunque il nodo acceso tra politica e enti collegati al comune di Firenze, come Alia Multiutility, Montedomini, Publiacqua o il Maggio musicale, dove i legami tra nomine e contributi diventano terreno di battaglia tra le forze politiche cittadine. Il confronto si muove sulla trasparenza dei flussi economici, sull’eventuale condizionamento delle partecipate e sulla correttezza delle candidature e degli incarichi istituzionali.
La tensione politica si mantiene alta, mentre il dibattito pubblico osserva con attenzione le prossime mosse delle opposizioni e della commissione controllo, in attesa di sviluppi sull’esposto annunciato in procura e sulle verifiche legali annunciate dal sindaco e dal suo staff. La vicenda conferma l’acceso clima tra le due principali coalizioni a Firenze e l’attenzione sul rapporto tra potere politico e gestione delle risorse pubbliche.