
Nel 2025, gli Stati Uniti registrano un significativo calo degli arrivi di visitatori internazionali, con una diminuzione del 3,3% rispetto all'anno precedente, e un crollo dell'11,6% a marzo. Le regioni più colpite includono Europa occidentale, Caraibi e America centrale. Esperti attribuiscono la flessione a politiche di immigrazione più restrittive e a uno scetticismo crescente tra - Gaeta.it
Nel 2025, gli Stati Uniti stanno registrando un significativo calo degli arrivi di visitatori internazionali. Numeri freschi indicano un abbassamento dei flussi turistici da diverse nazioni, con l’Europa occidentale, l’America centrale e i Caraibi tra le aree più colpite. Questa situazione sta sollevando preoccupazioni nel settore del turismo, già in difficoltà.
Diminuzione generale degli arrivi internazionali
Secondo i dati del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, il numero totale di visitatori internazionali è sceso del 3,3% rispetto al 2024. Marzo, in particolare, ha visto un calo drammatico dell’11,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Questo trend negativo si riflette in quasi tutte le regioni del mondo, con flessioni significative. L’Europa occidentale ha segnalato una diminuzione del 17,2%, mentre i Caraibi e l’America centrale hanno visto un calo del 26%. Anche l’Africa ha registrato un abbassamento, sebbene di minore entità, con un -12,4%. Sul lato opposto, le uniche eccezioni che emergono sono il Medio Oriente, con un aumento del 17,7%, e l’Europa orientale, che ha visto una crescita modesta dell’1,5%.
Questi dati non fanno altro che rinforzare le preoccupazioni riguardo alla salute del settore turistico statunitense, che sembra affrontare sfide strutturali e temporanee, influenzate da fattori economici, sociali e politici.
Perdite significative dai principali mercati europei
Un esame più dettagliato del traffico aereo evidenzia perdite considerevoli da parte di alcuni dei mercati europei più influenti. Per esempio, marzo ha visto un calo di 45.800 arrivi dal Regno Unito, segnando un decremento del 14,8% rispetto ai dati dell’anno scorso. La situazione in Germania è ancora più preoccupante, con una perdita di 52.200 visitatori, corrispondente a un calo del 28,5%. La Spagna, un altro importante contributore al turismo statunitense, ha segnalato quasi 20.000 arrivi in meno, ossia un -24,5%. Complessivamente, questi tre paesi hanno comportato oltre 118.000 viaggiatori aerei europei in meno in un solo mese.
Le ragioni di queste fluttuazioni possono essere molteplici. Gli esperti sono in attesa di vedere se si tratta di variazioni stagionali o se dietro a questi dati ci siano motivazioni più profonde.
Le paure legate alle politiche attuali
Diversi studiosi e analisti suggeriscono che le attuali politiche amministrative degli Stati Uniti, in particolare quelle relative all’immigrazione, potrebbero avere un ruolo chiave nel dissuadere i turisti internazionali. Stefan Gössling, docente della School of Business and Economics dell’Università Linnaeus in Svezia, ha dichiarato che le nuove repressive misure per l’immigrazione potrebbero allontanare i potenziali visitatori. La percezione di una riduzione dell’ospitalità americana potrebbe risultare un deterrente non trascurabile.
Risposte critiche sono emerse soprattutto tra i cittadini europei. Molti ritengono che l’attuale amministrazione stia compromettendo i valori democratici e i legami storici, spingendo alcune nazioni a limitare i viaggi verso gli Stati Uniti. Gössling avverte che il boicottaggio, già avviato da alcuni cittadini europei nei confronti di prodotti e servizi statunitensi, potrebbe espandersi anche al turismo.
La correlazione tra turismo e politiche presidenziali
Richard Butler, esperto di Hospitality and Tourism Management alla Strathclyde Business School, ha evidenziato come vi sia una correlazione diretta tra il calo dei visitatori e le politiche del governo. Secondo Butler, si è assistito in passato a tendenze simili: la diminuzione dei turisti dal Canada è stata in parte una reazione a controverse dichiarazioni presidenziali. Inoltre, i cittadini canadesi stanno dismettendo proprietà negli Stati Uniti, alimentando ulteriormente un clima di incertezza.
Questa dinamica porta a una riflessione aperta su come le politiche governative possano influenzare non solo l’economia, ma anche le relazioni internazionali, e viceversa.
Avvertimenti dai governi europei sui viaggi negli Stati Uniti
A seguito dei recenti eventi, vari paesi europei, tra cui Germania e Regno Unito, hanno aggiornato i propri consigli di viaggio per i cittadini diretti negli Stati Uniti. Le autorità tedesche hanno sottolineato che la semplice detenzione di un sistema elettronico per i viaggi non garantisce l’ingresso negli Stati Uniti. Ci sono stati casi recenti di cittadini tedeschi, inclusi due adolescenti a Honolulu, che hanno subito detenzioni prolungate a causa di documentazione non adeguata.
Analogamente, le direttive britanniche avvertono che il rispetto delle norme di ingresso è essenziale. “Le regole di ingresso sono rigorosamente applicate,” recita la comunicazione ufficiale. Le segnalazioni di potenziali arresti per chi viola i requisiti di ingresso hanno creato un clima di apprensione tra i turisti.
Prospettive future sul turismo negli Stati Uniti
Le attese per i prossimi mesi non sono particolarmente ottimistiche. Molti esperti stimano che, se la situazione politica rimarrà tesa, il calo del turismo possa continuare. Gössling prevede una probabile ulteriore flessione, evidenziando come l’immagine degli Stati Uniti come meta turistica possa permanere danneggiata.
Noel B. Salazar, professore di Antropologia sociale e culturale, osserva che marzo non è il mese di punta del turismo. Dunque, è difficile delineare una vera e propria tendenza; tuttavia, i dati sembrano confermare una certa riluttanza da parte dei turisti europei a pianificare viaggi negli Stati Uniti, in attesa di sviluppi futuri.