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Raid israeliani sulla striscia di gaza e in Siria, intercettato missile dallo Yemen: bilancio e aggiornamenti

Un attacco israeliano a Khan Yunis nella Striscia di Gaza provoca vittime civili, mentre raid intensi colpiscono siti militari in Siria e un missile dallo Yemen viene intercettato, aumentando le tensioni regionali.

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Un attacco israeliano a Khan Yunis, Gaza, ha causato numerose vittime civili, mentre Israele ha intensificato raid militari in Siria e ha intercettato un missile dallo Yemen, evidenziando un’escalation di tensioni regionali. - Immaginario.tv

Un attacco notturno ha colpito il campo profughi di Khan Yunis, nella Striscia di Gaza, causando numerose vittime civili. Nell’arco della stessa notte, Israele ha portato avanti una serie di raid in Siria, puntando su vari siti militari, mentre le tensioni si sono estese anche verso lo Yemen con un missile intercettato dalle difese israeliane.

Attacco a khan yunis e vittime civili nel campo profughi

La protezione civile di Gaza ha segnalato che un attacco israeliano durante la notte ha preso di mira la casa della famiglia Al-Bayram nel campo profughi di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Mahmud Bassal, portavoce della protezione civile, ha detto che almeno 11 persone sono morte in questo raid. Otto vittime appartenevano alla stessa famiglia, tra cui tre bambini: due di un anno e un neonato di appena un mese. L’attacco ha provocato grande sgomento, soprattutto per le vittime in tenera età e la distruzione totale dell’abitazione colpita. Al momento, l’esercito israeliano non ha rilasciato comunicazioni ufficiali sull’episodio, lasciando ancora aperti numerosi interrogativi sul contesto e le motivazioni precise di questa operazione.

Le immagini che arrivano dal campo profughi mostrano una scena di devastazione. Case abbattute, strade invase da detriti e squadre di soccorso che cercano di estrarre resti dalle macerie. Khan Yunis è da tempo uno dei luoghi più colpiti dallo scontro tra milizie e Israele. La presenza di civili tra le vittime mette in luce il dramma quotidiano che si consuma in questi territori, spesso teatro di combattimenti e raid senza soluzione di continuità. Le organizzazioni umanitarie internazionali hanno espresso preoccupazione per l’ennesimo episodio che coinvolge civili in aree densamente popolate.

Raid israeliani in siria: le operazioni più intense dell’anno nei siti militari

Sempre nella notte, oltre venti attacchi israeliani hanno interessato siti militari in Siria, soprattutto nelle aree di Deraa, prossima a Damasco, e nelle province di Hama e Latakia. Secondo quanto riferito dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, si tratta dei raid più violenti registrati nel 2025. L’obiettivo principale di questi bombardamenti sono stati magazzini e strutture di tipo militare, probabilmente usate per immagazzinare armi o basi logistiche di gruppi alleati dell’Iran.

L’esercito israeliano ha confermato di aver colpito almeno un’infrastruttura militare in territorio siriano. Questi attacchi rientrano in una strategia di contenimento delle forze filo-iraniane nella regione, con Israele che punta a limitare ogni supporto verso i gruppi armati che operano al confine meridionale della Siria. Il bilancio preliminare delle operazioni non è stato reso noto, ma le autorità siriane parlano di danni significativi alle strutture e mettendo in allarme i residenti delle zone interessate.

Le tensioni in Siria si mantengono alte da anni, con frequenti incursioni aeree israeliane contro presunte postazioni nemiche supportate dall’Iran. Questa escalation notturna testimonia l’acuirsi dello scontro militare, che coinvolge territori strategici e rischia di alimentare ulteriormente un conflitto già complicato sul piano geopolitico.

Ampliamento delle operazioni militari nella striscia di gaza e mobilitazione delle truppe israeliane

Sempre nel corso della notte il gabinetto di sicurezza israeliano ha autorizzato un ampliamento delle operazioni militari nella Striscia di Gaza. Questa decisione, riportata dal Jerusalem Post, comporta l’aumento delle azioni sul territorio e il richiamo di diverse brigate di riservisti. A supporto delle manovre è stata mobilitata anche l’Ottava divisione di fanteria, tra le unità più attive dell’esercito israeliano.

Il provvedimento segue l’intensificarsi delle ostilità degli ultimi giorni, con Israele impegnato per cercare di contenere i gruppi armati palestinesi presenti a Gaza. Lo sforzo militare punta a colpire infrastrutture strategiche, centri di comando e basi operative nemiche. La mobilitazione dei riservisti tende anche a garantire un salto di qualità nella capacità di risposta sul terreno, in previsione di possibili sviluppi del conflitto.

Il contesto in cui si inserisce questa escalation è segnato da una serie di attacchi e controattacchi che non accennano a diminuire. Le forze israeliane sembrano intenzionate ad imprimere un’accelerazione alle operazioni per mantenere il controllo della situazione nella fascia costiera palestinese. Le ripercussioni sono evidenti anche sul piano civile, con evacuazioni e spostamenti di popolazione nelle zone più esposte ai combattimenti.

Intercettazione di un missile lanciato dallo yemen e i raid aerei sugli houthi

Sempre nella stessa giornata, Israele ha annunciato di aver intercettato un missile diretto dal Yemen. Le sirene antiaeree hanno risuonato in diverse aree del Paese, tra cui Gerusalemme, come ha riferito un giornalista dell’Afp presente nella capitale. L’esercito ha confermato in un comunicato di aver neutralizzato il missile prima che potesse causare danni o vittime.

Lo Yemen si trova nel mezzo di un conflitto interno, dove i ribelli filoiraniani Houthi controllano la capitale Sanaa e alcuni distretti limitrofi, come Bani Hashish e Khab al-Shaaf. I ribelli hanno denunciato raid aerei che hanno colpito varie zone sotto il loro controllo, in quello che appare come un aumento della pressione militare nella regione.

Dal 15 marzo gli Stati Uniti hanno avviato un’operazione aerea chiamata “Rough Rider” per contrastare gli attacchi degli Houthi contro navi israeliane e occidentali nel Mar Rosso. Questi scontri hanno ormai una dimensione internazionale. Israele si ritrova spesso nella traiettoria dei proiettili lanciati dallo Yemen collegati al conflitto yemenita, complice la vicinanza geografica e i legami tra apparati militari locali e governi stranieri come quello iraniano.

Le tensioni lungo questa direttrice rischiano di aumentare ulteriormente, mentre si moltiplicano le operazioni militari e le risposte contrapposte di gruppi e Stati coinvolti in una complessa rete di alleanze e rivalità nel Medio Oriente.


Gli eventi recenti evidenziano un’escalation più ampia tra Israele e gruppi filo-iraniani nei territori vicini, con impatti diretti su popolazioni civili e zone sensibili. La situazione rimane in evoluzione mentre le forze coinvolte continuano le proprie operazioni in un’area già segnata da anni di conflitti.