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La CGIL Milano denuncia nel Primo Maggio 2025 la grave situazione della sicurezza sul lavoro e dei salari troppo bassi in Italia, chiedendo interventi urgenti e un salario minimo legale per migliorare la dignità e le condizioni dei lavoratori. - Immaginario.tv

La Cgil Milano denuncia infortuni e salari bassi nel mercato del lavoro italiano nel 2025, chiedendo al governo politiche pubbliche efficaci per migliorare sicurezza, dignità e condizioni economiche dei lavoratori.

La sicurezza sul lavoro e la crescita delle retribuzioni sono temi al centro del dibattito sindacale in Italia nel 2025. Nel corso del corteo milanese per la festa del Primo Maggio, il segretario generale della Cgil Milano, Luca Stanzione, ha ribadito alcune problematiche che affliggono il mercato del lavoro nel nostro Paese. Il confronto si concentra su due dati cruciali: la persistenza di salari bassi e i numeri record sugli infortuni e le morti sul lavoro a livello europeo. Questi aspetti, secondo la Cgil, sono strettamente collegati e condizionano la qualità e la dignità delle condizioni lavorative.

Le condizioni di sicurezza sul lavoro in italia: un bilancio ancora critico

Negli ultimi anni, nonostante varie iniziative e campagne di prevenzione, l’Italia si mantiene purtroppo in cima alla classifica europea per numero di infortuni e decessi in ambito lavorativo. Questo problema riguarda settori tradizionalmente rischiosi, come l’edilizia, l’industria e l’agricoltura, ma si estende anche ad altre realtà meno considerate a rischio.

Stanzione ha denunciato che la mancata attenzione verso il miglioramento della sicurezza contribuisce a un ambiente lavorativo poco sostenibile. Secondo la sua analisi, anche la scarsa valorizzazione economica dei lavoratori favorisce una cultura che mette in secondo piano la tutela della salute sul posto di lavoro. Non investire nella sicurezza, spiega, significa esporre i lavoratori a pericoli concreti e perdere un’importante risorsa sociale ed economica.

Il dato più preoccupante è che questo problema non si risolve solo con norme più rigide o controlli più frequenti. Serve un sistema integrato che metta il lavoro al centro delle politiche pubbliche e degli investimenti. La questione della sicurezza si lega strettamente alla dignità del lavoratore e alla necessità di riconoscere in modo serio il valore del suo ruolo.

Salari troppo bassi e il peso crescente del costo della vita

Accanto alla sicurezza, la Cgil punta l’attenzione su un’altra emergenza: la precarietà salariale, definita da Stanzione un tema che attraversa tutto il Paese. Anche chi guadagna oltre i 2.000 euro al mese può trovarsi in difficoltà, specie nelle aree urbane con costi elevati per l’abitazione.

Il segretario generale milanese ha evidenziato che in diverse zone le spese collegate a casa, come affitti o mutui, assorbono circa il 40% delle entrate mensili, riducendo sensibilmente la capacità di spesa e di risparmio. Questo scenario crea una condizione non solo di disagio sociale, ma anche di costante insoddisfazione nei confronti del mondo del lavoro.

Per Stanzione, il rinnovo dei contratti nazionali è una parte del problema ma non risponde completamente alle esigenze di chi lavora. Per questo chiede una legge nazionale che fissi un salario minimo legale. Esiste già un quadro europeo in materia, ma secondo il segretario il governo attuale non dà a questa questione la giusta importanza e attenzione.

Il ruolo delle politiche pubbliche e le richieste al governo

Il cuore del messaggio della Cgil passa attraverso un concetto chiaro: il lavoro deve ritornare a essere la priorità nelle decisioni politiche. Oggi, dice Stanzione, il lavoro viene ricordato solo in occasioni simboliche come la festa del Primo Maggio, mentre nella realtà quotidiana le sue condizioni peggiorano o rimangono trascurate.

Questa distanza tra i bisogni dei lavoratori e le risposte del governo si traduce in un impoverimento delle condizioni di vita e in una riduzione della centralità del lavoro nella società. La mancanza di investimenti in condizioni di lavoro migliori e remunerazioni giuste rischia di favorire anche fenomeni come la fuga di talenti all’estero o la crescita del lavoro irregolare.

Il richiamo della Cgil è quindi a un cambio di passo, per includere nel dibattito pubblico e nelle agende governative le esigenze reali di chi lavora. Una rete di misure che vadano oltre il rinnovo dei contratti, coinvolgendo leggi, tutele e diritti essenziali per garantire una qualità di vita accettabile.

Lo stato di salute del mondo del lavoro italiano resta quindi una questione aperta e complessa, che coinvolge molteplici aspetti legati all’economia, alla sicurezza e alla dignità personale dei lavoratori. Le proposte emerse durante il corteo a Milano sottolineano la necessità di guardare avanti con decisione rispetto a un problema che si trascina da anni.