
Il convento di clausura di San Giacomo di Veglia a Vittorio Veneto è attraversato da tensioni interne e numerosi abbandoni di monache dopo il commissariamento vaticano, con conflitti che rischiano di sfociare in azioni legali. - Immaginario.tv
Il convento di clausura di san giacomo di veglia a vittorio veneto affronta una situazione delicata dopo il commissariamento disposto dal Vaticano. In pochi mesi un numero crescente di monache ha lasciato la comunità, creando tensioni interne che si riflettono nella vita del monastero. La decisione della Santa Sede ha acceso conflitti, con alcune religiose pronte a intraprendere vie legali.
I motivi della scissione interna nel convento di san giacomo di veglia
La frattura nel convento è emersa dopo l’allontanamento di madre aline, la precedente badessa della comunità. A quel punto, cinque monache hanno abbandonato il monastero, spiegando di non resistere più alle pressioni crescenti all’interno delle mura. Questi attriti sarebbero legati alla gestione della vita comunitaria e alla direzione presa dopo il commissariamento vaticano. Madre martha driscoll, attuale badessa di 81 anni, ha spiegato che la situazione si è aggravata proprio dopo il cambio di guida. I dissidi non riguardano solo questioni personali ma coinvolgono aspetti organizzativi che hanno creato malumori diffusi.
La decisione del Vaticano di intervenire con una commissariazione in un convento, gesto raro e significativo, ha innescato un clima di tensione tra le religiose. Il commissariamento mira a ristabilire ordine e regole, ma non sempre viene accolto senza resistenze, come confermano gli abbandoni successivi. Le monache che hanno scelto di uscire dal monastero accusano una pressione “insopportabile”, che ha reso impossibile la loro convivenza.
L’aumento degli abbandoni e le reazioni della nuova badessa
Dopo la partenza iniziale del primo gruppo di cinque religiose, altre sei hanno deciso di lasciare il convento nelle ultime settimane. Il numero complessivo delle monache uscite, quindi, ha superato le dieci unità su una comunità che non è mai stata numerosa. Madre martha driscoll si è detta sorpresa dell’ulteriore abbandono e ha assicurato che l’ordine religioso sta cercando di mantenere la stabilità nella clausura. Quel che emerge chiaramente è la difficoltà a mantenere la cohesione all’interno del convento.
Le monache uscite non hanno nascosto il loro disagio e avrebbero manifestato l’intenzione di far valere i propri diritti attraverso un’azione legale. La nuova badessa ha parlato di una possibile causa, confermando che le tensioni non si sono risolte col commissariamento vaticano ma si sono cristallizzate in un conflitto più ampio. Le dinamiche interne sono complesse, con posizioni contrapposte fra chi rimane e chi ha scelto di andarsene.
Il significato del commissariamento vaticano e le implicazioni per il monastero
Il commissariamento è un provvedimento straordinario adottato dal Vaticano quando emergono problemi gravi nella gestione di una comunità religiosa. Nel caso di san giacomo di veglia, è stato deciso per affrontare le difficoltà legate al governo interno dopo il retreato di madre aline. Questo passaggio implica l’insediamento di un commissario o di una nuova guida che coordini le attività e risolva le crisi.
L’intervento della Santa Sede ha l’obiettivo di riportare serenità e normalità ma non sempre riesce a superare i contrasti subito. In effetti, la presenza di una guida esterna e la riforma delle regole possono toccare sensibilità profonde, soprattutto in una realtà di clausura dove la tradizione e la comunità sono elementi centrali. Nel tempo si valuterà se l’azione del Vaticano riuscirà a ricomporre le divisioni e a evitare ulteriori uscite.
Il caso di san giacomo di veglia è rappresentativo delle sfide che convivono ancora in alcuni ordini religiosi, dove i cambiamenti nella vita quotidiana e nei ruoli possono generare lotte intestine. L’attenzione resta alta sul futuro del convento di vittorio veneto, in attesa che gli sviluppi chiariscano l’evoluzione di questo delicato momento.