Nasa verso luna e marte: tagli netti al bilancio 2026 con stop a collaborazioni e missioni scientifiche
La proposta di bilancio 2026 della Casa Bianca prevede un taglio del 24% al budget della NASA, con riduzioni significative per missioni scientifiche, collaborazioni internazionali e il programma Artemis, puntando su investimenti privati e la competizione con la Cina.

La proposta di bilancio USA 2026 prevede un taglio del 24% ai fondi NASA, ridimensionando missioni scientifiche e collaborazioni internazionali, per puntare su una corsa alla Luna e a Marte affidata soprattutto al settore privato. - Immaginario.tv
La proposta di bilancio per il 2026 dell’amministrazione americana porta una riduzione consistente delle risorse destinate alla nasa. Si parla di un taglio vicino al 24% rispetto all’anno in corso, con impatti rilevanti sulle partnership internazionali e molte missioni scientifiche. La strategia sembra orientarsi verso un’accelerazione della corsa spaziale con obiettivi chiari: tornare sulla luna prima della Cina e prepararsi alla spedizione umana su Marte, affidandosi però in misura maggiore al settore privato e a sistemi più economici.
Drastico taglio al budget e riflessi sulle attività della nasa
Il bilancio proposto dalla Casa Bianca per l’anno fiscale 2026 prevede risorse per la nasa ridotte a circa 18,8 miliardi di dollari, contro i 24,8 miliardi attuali. Questa sforbiciata di 6 miliardi si traduce in un ridimensionamento di programmi in corso e di nuovi progetti. Le conseguenze riguardano molti comparti, dalle missioni scientifiche a quelle di esplorazione umana, fino agli impegni internazionali.
Nell’area scientifica il taglio più pesante interessa sia le missioni dedicate allo studio dello spazio profondo sia quelle che analizzano la Terra dal suo satellite naturale. Per le scienze spaziali si prevede una riduzione di circa 2,3 miliardi, mentre i programmi collegati allo studio del pianeta perderanno 1,2 miliardi. Questi numeri suggeriscono un ridimensionamento di esperimenti e osservazioni di grande valore scientifico e di progetti basati su satelliti e sonde.
Anche la stazione spaziale internazionale, dove si svolge una parte rilevante delle attività di ricerca e ospita astronauti da diversi paesi, vedrebbe i fondi decurtati di oltre 500 milioni. Questo potrebbe limitare le missioni o rallentare la presenza continua a bordo, con eventuali ripercussioni sulla collaborazione globale nel campo dell’energia, delle scienze e della tecnologia applicata allo spazio.
Stop alle missioni con partner internazionali e revisione del programma artemis
Uno degli aspetti più evidenti riguarda il taglio di iniziative portate avanti in cooperazione con agenzie spaziali europee e altri paesi. La missione Mars Sample Return, nata dalla collaborazione con l’esa, rischia di essere cancellata. Si tratta di un’importante campagna scientifica che avrebbe permesso di riportare sulla Terra campioni dal suolo di Marte raccolti dal rover Perseverance.
Il programma Artemis, fulcro dell’esplorazione lunare, subisce una forte revisione. In primo luogo, si prevede l’abbandono della stazione orbitale Gateway, un progetto che fino a oggi ha coinvolto vari paesi, inclusa l’Italia, con contributi su moduli abitativi e logistici. Nella nota della nasa si sottolinea che componenti già realizzati potrebbero essere riutilizzati in altri contesti, ma il piano originale per una presenza stabile in orbita lunare sembra destinato a chiudersi.
Anche i sistemi di lancio pesanti sviluppati appositamente per Artemis, come il razzo Space Launch System e la capsula Orion, dovrebbero andare in prepensionamento anticipato dopo soli tre voli. La missione Artemis III rappresenterebbe quindi l’ultimo utilizzo per questi mezzi, interrompendo un ciclo progettato per durare più a lungo e supportare una presenza costante sulla luna.
Nuove priorità: corsa alla luna e investimenti privati per marte
Nonostante il ridotto budget, la proposta di bilancio rende chiaro che l’obbiettivo resta quello di mantenere una leadership nella corsa alla luna e di accelerare i programmi verso Marte. I fondi stanziati per l’esplorazione lunare sarebbero poco più di 7 miliardi, con il dichiarato scopo – secondo il documento ufficiale – di far tornare astronauti americani prima che la Cina riesca a raggiungere nuovamente il satellite.
Il documento indica una svolta nello sviluppo tecnologico, con l’abbandono dei costosi sistemi interni come SLS e Orion a favore di sistemi commerciali “di nuova generazione ed economici”. L’idea è quella di affidarsi maggiormente a partner privati, considerati capaci di offrire soluzioni più snelle e meno onerose. Questa strategia si riflette anche nella partita legata a Marte, dove emerge un investimento di 1 miliardo per programmi dedicati all’esplorazione umana, nonostante la cancellazione della missione Mars Sample Return.
Il percorso definito riconferma come priorità principale l’invio di un astronauta americano su Marte, lungo una strada che punta su innovazioni tecnologiche e collaborazioni con società private più che su missioni scientifiche classiche o grandi progetti internazionali.
Implicazioni per la politica spaziale americana e scenari futuri
L’impatto di questa proposta di bilancio potrebbe ridisegnare la politica spaziale americana riducendo il peso della ricerca scientifica di base e stringendo i rapporti con partner internazionali. La scelta di ritirare in anticipo sistemi sviluppati internamente e di affidarsi a realtà commerciali indica una discontinuità rispetto alle strategie recenti.
Le missioni congiunte come Gateway e Mars Sample Return rappresentano infatti un passo importante nella cooperazione globale. Il loro possibile abbandono segnala una volontà di concentrare le risorse su un’aggressiva competizione geopolitica per lo spazio, in particolare con la Cina, piuttosto che su progetti di ricerca multidisciplinari e condivisi.
La proposta illustrata dall’amministrazione Trump sarà esaminata dal Congresso e potrà subire modifiche prima dell’approvazione definitiva. Qualora venisse confermata, impatterebbe con forza sul modo con cui USA e NASA conducono l’esplorazione spaziale nell’immediato futuro, privilegiando obiettivi e metodi che rinnovano pesantemente l’approccio degli ultimi due decenni.