La giornata perfetta esiste (secondo la scienza): meno lavoro, più tempo per chi si ama

Uno studio canadese suggerisce come distribuire le ore per vivere davvero bene ogni giorno
Quante volte a fine giornata ci si ritrova sdraiati, al buio, con la testa piena di pensieri? Ti chiedi se hai fatto abbastanza, se hai dedicato tempo a chi ami, se sei stato presente con i tuoi figli o se hai sacrificato di nuovo tutto per il lavoro. Non è solo stanchezza: è la sensazione che qualcosa non torni. Eppure, secondo un gruppo di studiosi canadesi, ci sarebbe una specie di “formula” per sentirsi meglio, un modo concreto per vivere una giornata equilibrata. Non perfetta in senso assoluto, ma perfetta per stare bene.
Lo studio canadese e il ruolo dell’intelligenza artificiale
L’idea arriva dall’Università della British Columbia, dove un team di ricercatori guidato dallo psicologo sociale Dunigan Folk ha provato a mettere insieme dati, numeri ed emozioni. Hanno usato quelli dell’American Time Use Survey, una raccolta dettagliata sulle abitudini quotidiane di migliaia di americani. Hanno incrociato le risposte con uno strumento di intelligenza artificiale, chiedendosi: quando le persone si sentono davvero soddisfatte? E cosa stavano facendo in quelle ore?
Il risultato non è un dogma, ma un modello. Una giornata tipo, costruita sulla base delle risposte più comuni. Non solo lavoro o sport, ma anche conversazioni, affetti, silenzi. Non basta dire “fai ciò che ti fa stare bene” — serve anche il tempo giusto per ogni cosa. E ci sono ore che, messe in un modo, fanno bene. Mescolate in un altro, no.
Lo studio, pubblicato come pre-print su PsyArXiv, è ancora in fase di revisione, ma il campione è ampio e il metodo solido. E racconta una cosa che forse in fondo sappiamo già: stare davanti a uno schermo tutto il giorno non ci rende più felici. Anzi.
Quante ore servono per vivere davvero bene
Secondo lo studio, la giornata ideale dovrebbe essere costruita così:
6 ore con la famiglia, senza distrazioni
2 ore con gli amici, anche solo per un caffè o una passeggiata
1,5 ore di socializzazione “esterna”, cioè con persone che non fanno parte della cerchia stretta: colleghi, vicini, sconosciuti
2 ore di esercizio fisico, anche leggero
1 ora tra cibo e bevande, senza fretta
non più di 6 ore di lavoro
meno di un’ora davanti a uno schermo
solo 15 minuti di spostamenti casa-lavoro
Non è una tabella rigida. Ma un’indicazione concreta: per stare bene serve un po’ di tutto. Relazioni, movimento, cura, pausa. E serve equilibrio. Il punto è che molte delle abitudini che oggi consideriamo “normali” — lavorare troppo, correre sempre, essere sempre connessi — vanno contro questo schema.
Una delle osservazioni più interessanti è sul tempo libero passivo. Quando ci sdraiamo per ore davanti alla tv o scrolliamo il telefono, pensiamo di rilassarci. Ma in realtà il cervello si spegne, il corpo si irrigidisce, e non proviamo alcun beneficio reale. Al contrario, anche una camminata di venti minuti o una chiacchiera con un vicino possono cambiare l’umore.
Non è solo questione di scelte personali
Spesso si dice: ognuno ha il suo ritmo. Ed è vero. Ma questa ricerca mostra che ci sono dei punti fermi, dei limiti oltre i quali la qualità della vita si abbassa. Lavorare più di sei ore, ad esempio, compromette l’equilibrio delle altre attività. Così come passare troppo poco tempo con chi si ama o trascurare del tutto il movimento.
Il messaggio non è che dobbiamo vivere ogni giorno con il cronometro in mano. Ma che possiamo rimettere a posto alcune priorità, senza stravolgere la vita. Magari iniziando a tagliare ciò che drena energie — riunioni inutili, messaggi continui, tragitti infiniti — e a proteggere ciò che ci dà davvero qualcosa.
Oggi è il 1° maggio, e mentre si parla di diritti, salari e orari, c’è anche questo: il tempo come risorsa. Non solo per produrre, ma per vivere. La vera conquista, forse, è riuscire a non sprecarlo.