Home » Notizie » Corteo per sergio ramelli a milano tra saluti romani e cori partigiani nel 50esimo anniversario
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A Milano, circa duemila persone hanno commemorato il 50° anniversario della morte di Sergio Ramelli con un corteo di estrema destra, tra saluti romani e cori partigiani, in un clima teso ma senza incidenti gravi, mentre permangono indagini giudiziarie su manifestazioni simili. - Immaginario.tv

A Milano, duemila persone commemorano Sergio Ramelli con un corteo guidato da gruppi di estrema destra tra saluti romani e cori partigiani, in un clima teso per i procedimenti giudiziari ancora aperti.

Il 50esimo anniversario della morte di Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù ucciso nel 1975, ha richiamato a Milano un corteo di circa duemila partecipanti. La manifestazione ha messo in scena scene contrapposte, tra saluti romani e cori partigiani provenienti dalle finestre dei palazzi vicini. I principali gruppi di estrema destra hanno guidato la sfilata, mentre in contemporanea da alcune abitazioni si levavano intonazioni di “Bella Ciao“. La giornata si è conclusa senza incidenti di rilievo, ma il contesto resta teso per i procedimenti giudiziari in corso relativi alla manifestazione del 2019.

La memoria di sergio ramelli e il raduno dell’estrema destra a milano

Il corteo si è svolto a piazzale Gorini, nel quartiere Città Studi, luogo scelto per celebrare Ramelli, studente milanese aggredito nel 1975 e deceduto dopo giorni di agonia per le ferite riportate. I partecipanti vestivano bomber neri e sfilavano con fiaccole e simboli come aquile repubblichine e croci celtiche, segni riconosciuti dell’estrema destra. Dietro lo striscione con la scritta “onore ai camerati caduti” si sono radunati militanti e leader da varie parti d’Italia.

Erano presenti Gianluca Iannone di CasaPound, Roberto Fiore e Luca Castellini di Forza Nuova, questi ultimi noti per le condanne dopo gli scontri alla Cgil di Roma, oltre a Stefano Del Miglio di Lealtà e Azione e Francesco Polacchi, fondatore di un marchio di abbigliamento simbolo di questo ambiente. Durante il corteo, l’unica bandiera permessa era quella italiana, con un richiamo esplicito a rispettarne il valore nazionale. Una donna ha incitato la folla a “non sporcare quella bandiera” sin dall’avvio della manifestazione.

Musica e tensioni tra cori partigiani e saluti romani

Quello che ha reso singolare la giornata sono stati i suoni e le voci che si sono incrociati durante il percorso. Mentre il corteo scandiva saluti romani e intonava inni come “Fischia il vento, urla la bufera“, da diversi palazzi e finestre di via Giovanni Antonio Amedeo e via Paladini si sono levate canzoni partigiane. Le note di “Bella Ciao” sono partite proprio dallo stabile dove Ramelli abitava.

Nel momento della chiamata del “presente” davanti al murale commemorativo, un petardo è stato lanciato nel cortile da cui proveniva la musica partigiana. L’uomo che lo ha fatto è stato subito bloccato dai manifestanti stessi, mentre dalla folla si sentivano urla per farlo scendere. Nonostante la tensione, lo scoppio del petardo non ha generato violenze né ulteriori scontri, e la manifestazione è proseguita secondo programma.

Contestazioni giudiziarie e rischi legali per gli organizzatori

La manifestazione si è svolta a poche ore dall’appello della procura di Milano contro 23 manifestanti assolti nel 2023 da accuse legate alla ricostituzione del partito fascista durante il corteo del 2019. Secondo il pm Enrico Pavone, i saluti romani ripetuti accompagnati dalle parole “camerata Sergio Ramelli” indicano un chiaro intento di riaffermare valori riconducibili a un movimento vietato dalla Costituzione.

La procura sostiene che commemorazioni come questa possano essere usate come pretesto per radunare persone e riproporre rituali riconducibili a pratiche illegali. Questo ricorso ha suscitato attenzione perché ripropone il tema della tutela dei principi costituzionali nel contesto delle manifestazioni politiche di stampo estremo.

La svolta finale del corteo con il saluto romano

Il corteo si è concluso con il saluto romano, gesto vietato dalla legge ma comunque presente nelle commemorazioni di questo tipo. Le identificazioni degli organizzatori sono iniziate subito dopo la fine della sfilata, come da prassi nelle manifestazioni ritenute potenzialmente rischiose dalle forze dell’ordine.

Nonostante qualche episodio di tensione e il lancio del petardo, la giornata non ha registrato scontri o danni gravi. La commemorazione rimane un evento molto atteso e controverso, che richiama ogni anno movimenti di estrema destra da tutta Italia. A Milano, la memoria di Ramelli si presta ancora a segnali netti della presenza politica di queste formazioni, accomunate da simboli e linguaggi che tengono acceso il dibattito pubblico e l’attenzione delle autorità.