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L’articolo analizza il dibattito sui dazi negli USA nel 2025, tra la presunta strategia di Amazon, la reazione della Casa Bianca, le tensioni con l’Europa sulle tasse digitali e le misure di Trump per alleggerire i dazi nel settore automobilistico. - Immaginario.tv

Gli Stati Uniti affrontano tensioni sui dazi e le tasse digitali con l’Europa, mentre Amazon smentisce modifiche ai prezzi; Trump promuove riduzioni tariffarie per sostenere l’industria automobilistica nazionale.

La questione dei dazi applicati ai prodotti importati rimane al centro del dibattito politico ed economico negli Stati Uniti all’inizio del 2025. Amazon si trova sotto i riflettori per una presunta decisione di mostrare ai consumatori americani i costi dei dazi direttamente nei prezzi esposti sul sito. La Casa Bianca ha reagito con durezza a queste indiscrezioni, mentre il colosso dell’e-commerce ha smentito categoricamente ogni modifica del genere nel listino ufficiale. Sul fronte governo, l’attenzione si concentra anche sulle politiche commerciali e sui rapporti con l’Europa, con mosse volte a limitare l’impatto delle tasse digitali e ad alleggerire alcune tariffe doganali per l’industria automobilistica.

La reazione della casa bianca alla presunta strategia di amazon

Secondo fonti riportate da Punchbowl, La Casa Bianca avrebbe definito “ostile e politica” la scelta di Amazon di mostrare il peso dei dazi americani nei prezzi dei prodotti rivolti ai consumatori nazionali. L’obiettivo, dal punto di vista del governo Usa, sarebbe quello di evitare che questi oneri appaiano come un costo diretto aggiuntivo, in grado di disincentivare gli acquisti o incrinare il consenso sulle politiche commerciali adottate. Questo tipo di approccio, sempre secondo le indiscrezioni, rischierebbe di alimentare tensioni politiche senza offrire vantaggi concreti all’economia.

Tuttavia, Amazon ha risposto prontamente attraverso un portavoce, intervistato dall’agenzia Bloomberg. La società ha negato di avere mai preso in considerazione l’ipotesi di inserire i dazi nel prezzo dei prodotti venduti sul suo sito principale. È vero che il team dedicato al negozio chiamato Amazon Haul, un progetto con prezzi ultra bassi, ha valutato la possibilità di esporre i dazi per alcuni articoli. Ma si tratta di un’esplorazione interna che non ha influenzato il sito ufficiale di Amazon. La precisazione serve a calmare le acque e a mantenere un approccio neutrale di fronte al pubblico e alle autorità, evitando tensioni giuridiche o politiche.

Le strategie degli stati uniti contro le tasse digitali europee

A metà febbraio 2025 il segretario del Tesoro americano, Scott Bessent, ha ribadito che gli Stati Uniti continuano a chiedere all’Unione Europea la rimozione delle cosiddette “tasse sui servizi digitali”. Queste imposte, introdotte da alcuni Paesi europei, gravano sugli internet provider americani e rappresentano per Washington un ostacolo alle imprese statunitensi. Bessent ha sottolineato che Washington vuole un trattamento più equo e trasparente, visto che tali tasse appesantiscono le attività dei colossi Usa del digitale, oltre a complicare i rapporti commerciali transatlantici.

La questione delle tasse digitali è da anni un tema irrisolto tra Usa e Europa. La richiesta di rimuovere queste imposizioni deriva dalla convinzione che si tratti di misure protectioniste mascherate da politiche fiscali. Gli Stati Uniti cercano quindi di far pressione per evitare che queste tasse limitino la crescita e la competitività delle proprie aziende tecnologiche sul mercato europeo.

L’attenuazione dei dazi nel settore automobilistico voluta da trump

Fonti riportate dal Wall Street Journal nelle ultime settimane parlano di una iniziativa di Donald Trump orientata a ridurre l’impatto dei dazi su automobili prodotte all’estero destinate al mercato americano. Nella pratica, la misura prevede che le tariffe imposte sul settore auto non si sommino ad altre imposte doganali già vigenti, come quelle su acciaio e alluminio. Ciò significa che le aziende automobilistiche pagheranno solo una volta determinate tariffe, evitando una doppia tassazione che avrebbe appesantito i costi di produzione e i prezzi finali.

In maniera significativa, la decisione avrebbe carattere retroattivo. Questo permetterebbe alle imprese di chiedere rimborsi per le tariffe pagate in eccesso negli scorsi mesi o anni. La manovra punta a rafforzare il comparto dell’auto negli Stati Uniti, cercando di contenere gli effetti negativi delle recenti guerre commerciali e delle tensioni globali. Una strategia, in sostanza, che mira a sostenere la produzione nazionale senza rinunciare a componenti provenienti dall’estero.

Le dichiarazioni di donald trump su governo e potere globale

Non mancano anche le dichiarazioni pubbliche di Donald Trump, che in una recente intervista con The Atlantic ha ribadito la sua percezione di controllo sulla scena politica ed economica mondiale. Ha detto testualmente che “Governo gli Usa e il mondo, nessuno può fermarmi”. Queste parole ribadiscono la sua posizione di protagonista nel panorama internazionale, cercando di mostrare forza e leadership.

Il commento arriva in un momento delicato, con l’attenzione puntata sulle decisioni governative in materia commerciale e sulle relazioni internazionali. Trump affronta questioni che toccano la politica fiscale, il commercio internazionale e le strategie di intervento statale. La sua capacità di pesare sugli equilibri globali rimane al centro dell’interesse mediatico e politico.