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Il collegio cardinalizio di papa Francesco, caratterizzato da diversità e apertura, riflette sulle sfide future della Chiesa, sottolineando unità, accoglienza e il ruolo dei giovani nel cammino spirituale verso la nomina del nuovo Papa. - Immaginario.tv

Il collegio cardinalizio di papa Francesco si distingue per diversità e apertura, con porporati come Jean Zerbo, Christoph Schönborn e Augusto Paolo Lojudice che riflettono su unità, futuro della Chiesa e ruolo dei giovani.

Il Collegio cardinalizio lasciato da papa Francesco si distingue per ampiezza e diversità, un fattore considerato prezioso da alcuni porporati. Nel momento delicato che segue la fine del pontificato argentino, i cardinali si confrontano sulle prospettive della Chiesa, rimarcando temi come apertura, accoglienza e unità. La riflessione si concentra anche sulle attese per il prossimo Papa, al centro del Giubileo e di incontri significativi a Roma.

Il valore della diversità nel collegio cardinalizio di papa francesco

Il cardinale Jean Zerbo, porporato del Mali di 81 anni e arcivescovo emerito di Bamako, ha ribadito il valore della composizione “ampia ed eterogenea” del Collegio cardinalizio di papa Francesco. Intervistato a Roma, in occasione della celebrazione dei secondi Vespri della Domenica della Divina Misericordia, Zerbo ha sottolineato che la Chiesa non appartiene a singoli gruppi o a specifici continenti, ma possiede molte sfaccettature che la rendono “ricca” e “senza colore”. L’incontro si è svolto accanto alla tomba di papa Francesco e all’icona mariana della Salus Populi Romani, simboli cari al pontificato argentino.

L’arcivescovo emerito ha ricordato che il cammino della Chiesa deve proseguire nella direzione tracciata da papa Bergoglio, che ha lasciato un messaggio di apertura. “Una Chiesa di tutti perché Dio è per tutti”, ha detto Zerbo, evidenziando il bisogno di accoglienza soprattutto verso i più poveri. Alla domanda se il nuovo Papa sarà “conservatore” o “progressista”, il cardinale ha risposto in modo netto, chiedendo di non fissarsi su queste categorie. Per lui, la Chiesa è in movimento continuo, riflettendo i cambiamenti del mondo. Ecco perché il prossimo pontefice dovrà interpretare “questo passaggio” storico, senza etichette rigide.

L’eredità spirituale e l’unita tra i popoli secondo il cardinale schönborn

Anche il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo emerito di Vienna, ha affrontato la questione del futuro della Chiesa a Roma, nelle stesse ore. La sua riflessione si è concentrata sul concetto di “progresso” attribuito a papa Francesco e al lavoro della Chiesa. Schönborn ha messo in dubbio il significato preciso di progresso in questo contesto, ricorrendo a una visione più profonda: in effetti, secondo lui, papa Bergoglio ha mostrato che la Chiesa è una famiglia umana universale, una comunità di figli di Dio.

Il cardinale austriaco ha chiarito che la via da seguire rimane quella indicata dal Vangelo e da Gesù. Ha promesso l’impegno a mantenere la rotta stabilita da papa Francesco, segnalando un forte legame con l’eredità spirituale lasciata. Il porporato ha inoltre commentato l’incontro tra il presidente americano Donald Trump e il leader ucraino Volodymyr Zelensky, avvenuto nella Basilica di San Pietro durante il funerale del Papa. Ha immaginato papa Francesco che benediceva entrambi con la speranza che la forza del bene superi sempre quella del male, ricitando il rifiuto dalla guerra come una sconfitta globale.

Il ruolo dei giovani secondo il cardinale lojudice nelle diocesi italiane

Nella riflessione dedicata ai giovani, il cardinale Augusto Paolo Lojudice ha rivolto un appello a pregare per i cardinali impegnati nelle scelte di questo momento delicato per la Chiesa. Lojudice, 60 anni, arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino e vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza, ha celebrato la Messa per oltre quattrocento ragazzi accorsi da quelle diocesi a Roma per il Giubileo degli adolescenti. Le sue parole hanno toccato anche il nodo del Conclave, con un invito alla serenità e alla riflessione.

Il porporato ha spiegato che non ci sono contese tra i cardinali, perché tutti riconoscono la complessità della responsabilità papale. Ha fatto presente che chiunque sarà eletto Papa dovrà mettersi in ascolto dello Spirito Santo, per guidare la Chiesa con saggezza e discernimento. In questo contesto, il coinvolgimento dei giovani emerge come elemento importante per il futuro della comunità ecclesiale italiana e globale. La celebrazione religiosa e il contatto diretto con l’episcopato intendono rinsaldare il legame tra le nuove generazioni e la Chiesa in un passo di passaggio istituzionale e spirituale.